#dentisrarebooks
€2200.00 (In Stock)
A Paris, Chez Jean Mariette, 1719. 2 volumi in-12° (18,5 cm x 11,2 cm). Pp. (12), 692; (8), 529, (3). Bella e raffinata legatura antica in piena pelle nocciola, piatti inquadrati da un triplice filetto in oro con, al centro l’ arma gentilizia del conte Charles-Henry d’ Hoym illustre bibliofilo ed am,basciatore della Sassonia-Polonia in Francia; autore e titolo su tassello sul dorso a quattro nervi riccamente ornato da fregi dorati ai piccoli ferri. Tagli dorati. Vignetta calcografica di Eisen al frontespizio. Esemplare fresco e genuino, in ottimo stato di conservazione.
Prima rara edizione di questo trattato pionieristico, fondamentale per la teoria dell’ arte, della letteratura e della musica. “C’ est le livre le plus utile qu’ on ait jamais écrit sur ces matières” (voltaire). L’ abate Dubos diventa protagonista di uno dei momenti teorici più alti tra quelli che hanno determinato la nascita dell’ estetica moderna, affrontando in modo innovativo non solo le teorie artistiche, ma anche il valore sensibile dell’ esperienza come comprensione di sé e della realtà. Il “classicista” Du Bos è infatti anche uomo attento agli sviluppi e alle trasformazioni culturali e sociali della sua epoca; a partire da un’ assimilazione del pensiero lockiano, egli considera la dimensione artistica dal punto di vista degli effetti che l'opera produce sull'uomo, del piacere che essa procura. Combatté la formula “ut pictura poesis”, discriminando i limiti della poesia e della pittura e definendo nella pura commozione lo scopo della prima. Il libro affronta argomenti come la natura del godimento estetico, la condizione delle arti e il loro interesse, l’ arte del giudizio in materia estetica e la competenza della critica. Le “Reflexions” dell’ abate Dubos segnarono una svolta nel pensiero estetico moderno, trent’ anni prima della pubblicazione dell’ “Aesthetica” di Baumgarten, ed esercitarono una notevole influenza sullo sviluppo dell’ arte teatrale e della musica durante tutto il secolo dei Lumi. Affronta questioni poco studiate ai suoi tempi: la natura del godimento estetico, le diverse condizioni delle diverse arti e il loro rispettivo potere, il ruolo che le cause fisiche possono svolgere nello sviluppo del genio, nel carattere delle opere e nella brillantezza letteraria di determinati periodi, l’ arte del giudizio in materia estetica e la competenza della critica. Egli accusa la pittura di rappresentare in modo enigmatico il pensiero sotto forma di allegoria e attribuisce alla sola poesia il privilegio del sublime. D’ altro canto, tracciando un parallelo con l’ italiano, Dubos conclude che il francese non è più adatto a essere tradotto in poesia che in musica.
Voltaire, ne “Siècle de Louis XIV”, descrive l’ opera in questi termini: “Tous les artistes le lisent avec fruit. C’ est le livre le plus utile qu'on ait jamais ecrit sur ces matieres chez aucune des nations de l'Europe. Ce qui fait la bonte de cet ouvrage, c'est qu'il n'y a que peu d'erreurs et beaucoup de reflexions vraies, nouvelles et profondes. Ce n'est pas un livre methodique ; mais l’ auteur pense, et fait penser”. E’ con Kant, che ben conosceva le “Réflexions” dubosiane ed in questo senza dubbio seguace di Du Bos, che un pensiero critico annulla la possibilità di confronti assoluti tra antichi e moderni, cercando invece nelle pieghe delle varie tradizioni storiche le condizioni di possibilità della genesi della facoltà di giudicare.
Già d’Alembert aveva sostenuto che Du Bos appartiene a quel genere di scrittori che hanno più merito che reputazione, mentre Chateubriand nel secolo romantico scriveva: “Si saccheggia l’ abbé Du Bos senza ammettere il plagio”. Allo scadere dell’ Ottocento Victor Basch, introducendo il suo “Essai critique sur l’ esthétique de Kant”, parlava di Du Bos come di “un esthéticien troppo poco noto” pur a fronte dei suoi meriti e della notevole influenza esercitata dalle “Réflexions” su autori inglesi e tedeschi. Infati l’ A., opponendosi al razionalismo, considerò come sostanza della poesia non le idee ma la sensibilità del poeta, espressa dalle immagini e dalle armonie della parola. Chiuse così, in certo modo, il periodo della precettistica formale, avviando le ricerche di estetica verso una concezione più moderna; nonostante i limiti della sua esperienza letteraria, che è ancor sempre quella classicistica.
Bibliografia: Biogr. Univ., XVI/p. 369: “una delle opere in cui la teoria delle arti e' spiegata con la maggior sagacita'... Tutti gli artisti la leggono con frutto. Sono desse il libro più utile mai scritto su tali materie presso qualunque delle nazioni dell'Europa”; Blanc, 1773; Brunet, I, p. 370 (cita solo ed. 1755); Cicognara, p. 308; Cohen de Ricci, 329; Lavisse, Le XVIIIe siècle, 1715-1788, 1896, p. 729 ; Morel, Étude sur l'abbé Dubos, secrétaire perpétuel de l'Académie française, 1850, p. 97; Vinet, Bibliographie méthodique et raisonnée des beaux-arts, 1874, I, p. 107. Cfr. G. Alexander-E. Gilby-A. Marr, The Places of Early Modern Criticism, 2021, p. 234; M. Barasch, Theories of Art: From Plato to Winckelmann, 2000, I, p. 18; R. Boyson, The Poetic Enlightenment Poetry and Human Science, 1650–1820, 2015, p. 184; G. Brown-W. Brown, Kant’ s Cosmopolitics Contemporary Issues and Global Debates, 2019, p. 212; E. Burke, Inchiesta sul bello e il sublime, 2020, p. 32; C. Capone Braga, La filosofia francese e italiana del settecento, 1947, I, p. 93; D. Daolmi-C. Fertonani, Antonio Brioschi e il nuovo stile musicale del Settecento lombardo, 2012, p. 409; T. Eggington, The Advancement of Music in Enlightenment England, 2014, p. 124; L. Ferry, Homo Aestheticus The Invention of Taste in the Democratic Age, 1993, p. 263; K. Kukkonen, A Prehistory of Cognitive Poetics Neoclassicism and the Novel, 2017, p. 100; E. Fubini, Musica e cultura nel Settecento europeo, 1986, p. 8; C. Lombardi, La dipintura poetica problemi di costruzione del racconto nei testi di teoria e critica della letteratura e di altre arti del primo Settecento, 1992, p. 5; E. Matassi, Hemsterhuis. Istanza critica e filosofia della storia, 1984, p. 87; P. Ranzini, Verso la poetica del sublime, 1998, p. 39; S. Richter, A History of Poetics German Scholarly Aesthetics and Poetics in International Context, 1770-1960, 2010, p. 385; A. Smith-P. Tierry, Essais esthétiques, 1997, p. 139; M. Sonenscher, Sans-Culottes An Eighteenth-Century Emblem in the French Revolution, 2018, p. 87; C.S. Wood, A History of Art History, 2019, p. 424.