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Amstelaedami, apud Johannem Wolters, 1696-1714. 16 parti rilegate insieme (ciascuna con proprio frontespizio e numerazione autonoma) in un vol. in-4° (22,8 cm x 16,8 cm). Pp. 10; 11-21; 22-32; 12; 13-22; 11, (1); 8; 11, (1); 11, (1); 8; 10, (2); 28, (4); 32; 18, (2); 15, (3); 12. Con 19 tavole a p.p. all’ acquaforte, 8 delle quali più volte ripiegate, realizzate da Cornelis Hüyberts su modelli veri dal vivo (come volutamente indicato in lastra). Dalla seconda lettera il titolo varia in: “Epistola anatomica, problematica”. Contiene inoltre: “Responsio ad Godefridi Bidloi, libellum cui nomen vindiciarum inscripsit”. Firma di possesso settecentesca all’ angolo superiore esterno del 1° frontespizio. Grandi capolettera xilografati, fregi xilografici al frontespizio. Solida cartonatura rigida settecentesca. Uniformi arrossature dovute al tipo di carta e qualche fioritura marginale/angolare, peraltro esemplare in buono stato di conservazione generale.
Prima edizione di quest’ opera, assai rara a trovarsi completa di tutti i sedici trattati noti come “Epistole”. L’ A. vi affronta argomenti complessi di anatomia e patologia sottopostigli da vari altri autori, ogni sua risposta è illustrata con dettagliate tavole sapientemente incise all’ acquaforte. I suoi corrispondenti in questa serie di lettere sono Johannes Gaubius (nn. 1-3), Johannes Jacobus Campdomercus (n. 4), Gerardus Frentz (n. 5), Johannes Henricus Graetz (nn. 6-8), Andreas Ottomar Goelicke (n. 9), Bartholomaeus Keerwolff (n. 10), Johann Christian Wolf (n. 11), Michael Ernst Ettmuller (n. 12) e Christian Wedel.
L’ A. fu illustre anatomista, insegnò prima a Leida e poi ad Amsterdam, ed un pioniere delle tecniche di iniezione vascolari per ottenere dettagli altamente visibili nei suoi campioni. Fornì le prime descrizioni dei vasi bronchiali, dei plessi cardiaci, dei vasi cerebrali e delle valvole linfatiche, in una lettera descrive anche la struttura dell’ occhio in cui identificò l’ arteria centralis oculi (l’ arteria centrale dell’ occhio): “He gave the first descriptions of bronchial vessel and cardiac plexuses and lymphatic valves” (Garrison-Morton). Nell’ opera trovano ampio spazio studi sul cervello e su alcune varie tipologie di deformità. Ruysch fu reso celebre dal suo metodo di conservazione dei cadaveri, attraverso iniezioni di sostanze un “liquor balsamicum” di cui non rivelò mai la composizione, riusciva a conservare i corpi per anni, per questo è considerato uno dei primi ad aver utilizzato l’ imbalsamazione arteriosa per questo scopo; con ciò, oltre ad utilizzare e migliorare la conservazione “sotto spirito” per conservare gli organi, creò una delle più famose collezioni anatomiche di tutta Europa.
Nell’ estate del 1696 annunciò la dissezione di un corpo che sembrava ancora in vita ma che in realtà era morto da due anni. Nei suoi primi anni, la figlia Rachel, una pittrice di nature morte, lo aiutò a decorare la collezione con fiori, pesci, conchiglie e le delicate parti del corpo con merletti. La sua famosa e ben nota collezione fu poi acquistata nel 1717 da Pietro il Grande per 30000 fiorini. Ancora oggi i resti di questa collezione anatomica, circa 900 campioni una parte dei quali riguarda campioni con anomalie teratologiche, alcune estremamente rare, sono conservati a San Pietroburgo presso la “Kunstkamera” di Pietro il Grande, il museo più antico della Russia. Ruysch è stato il primo a descrivere il teratoma intracranico, l’ encondromatosi e la sindrome di Majewski, ma si astenne per lo più dallo spiegare le cause delle condizioni che incontrò, dedicandosi invece a descrivere accuratamente i suoi campioni.
Bibliografia: BM, p. 251; Garrison-Morton, 389 & 1089; NLM, 1896, p. 370; Osler, 3869; Wellcome, IV, pp. 597-598. Cfr. Ebenstein, Frederik Ruysch and His Thesaurus Anatomicus, 2022, p. 232-233; A.P. Fishman-D.W. Richards, Circulation of the Blood Men and Ideas, 2013, p. 831; S. Lettow, Reproduction, Race, and Gender in Philosophy and the Early Life Sciences, 2014, p. 154; M.T. Monti-W. Bernardi, Teorie della visione e problemi di percezione visiva nell'età moderna, 1995, p. 29; David A. Tucker, Jr. Library of the History of Medicine A Selected Bibliography, 1959, p. 15.