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Milano, dalla stamperia reale, 1806. In-4° (26,3 cm x 21,4 cm). Pp. (4), XXXVI, 653, (1), con 22 carte bianche in fine. Al verso dell’ ultima carta contiene la “Tavola delle distanze da Milano a tutti i Capo-luoghi dei Dipartimenti regolate col ragguaglio dal miriametro al miglio italiano”. Prima degli indici, inserita una circolare “Il Gran Giudice, Ministro della Giustizia. Ai Tribunali, Regj Procuratori e Giudici del Regno d'Italia del Ministro della Giustizia Giuseppe Luosi.”. Bella e solida legatura coeva in piena pelle marezzata, piatti inquadrati da una tripla cornice impressa a secco, titolo dorato su tassello sul dorso. Tagli rossi. Testo italiano e francese su doppia colonna. Firma di possesso ottocentesca all’ angolo superiore esterno dell’ occhietto: “G. Borgomanero”. Qualche lieve fioritura marginale, peraltro esemplare in stato di conservazione molto buono.
Rara e ricercata "edizione originale" di questo monumento della legislazione europea, uno degli ordinamenti legislativi più importanti dell’ intera storia del pensiero giuridico. Con la codificazione napoleonica il codice divenne lo strumento base dello Stato razionale e divenne il primo codice civile unitario in Italia. Fondamento di tutti i codici civili moderni, fu concepito come un complesso di leggi puramente razionale, fondato sui principi della rivoluzione francese di libertà ed eguaglianza di tutti i cittadini, della separazione della legislazione e dell’ ordinamento civile da quello ecclesiastico, della libertà e intangibilità della persona e dell’ inviolabilità della proprietà privata. Esso fu introdotto dal 1804 in tutte le nazioni sotto il controllo francese; “The code was introduced in 1804 not only into France, but into areas then under French control, Belgium, Luxembourg, parts of western Germany, and northwestern Italy and was later introduced into other countries conquered by France, such as the Netherlands in 1809, and before 1815 it had been accepted voluntarily by various smaller European states. In the nineteenth century it was adopted or copied in various European and Latin American countries. In Louisiana the Civil Code of 1825 (revised 1870) was closely connected with the Code Napoléon. The Albertine Code of Piedmont (1848) and the Italian Civil Code of 1865 similarly owed much to it” (Walker).
I lavori di codificazione erano cominciati sotto la Rivoluzione, ma fu Napoleone che li portò a termine, ponendo di fatto termine al diritto comune. Ad esso fecero seguito il codice di procedura civile (1806), il codice di commercio (1807), il codice di procedura penale (1808) e il codice penale (1810). “Codice di Napoleone” è il nome dato nel 1806 al Codice Civile di Francia, approvato il 21 marzo 1804 e tuttora in vigore, con gli ovvii emendamenti posteriori. I suoi estensori mirarono a una compenetrazione e fusione tra il moderno approccio postrivoluzionario al diritto e il preesistente ordinamento giuridico dell’ Ancien Regime. Il primo libro affronta le leggi relative alla persona, alla famiglia e alle relazioni domestiche; il secondo le leggi sui beni e le proprietà; il terzo quelle sulle acquisizioni dei diritti, sulle successioni, sulle obbligazioni. Il Codice fu introdotto nel 1804 non solo in Francia, ma in tutte le aree europee sotto il controllo napoleonico: il Belgio, il Lussemburgo, parte della Germania occidentale, l’ Italia del Nord-Ovest, per poi estendersi all’ Olanda nel 1809 e, prima del 1815 e della caduta di Bonaparte, ad altri stati minori d’ Europa che lo accolsero volontariamente. Sempre nel corso del secolo XIX, altre nazioni europee e latino-americane modellarono i loro codici civili su quello napoleonico e, negli Stati Uniti, il codice civile fu esso pure ispirato al grande modello di quello francese, cui molto dovettero anche lo Statuto Albertino, varato da Carlo Alberto nel 1848, e il Codice Civile italiano del 1865.
Bibliografia: Bonfanti, p. 36; G. Cazzetta, Codice civile e identità giuridica nazionale percorsi e appunti per una storia delle codificazioni moderne, 2018, p. 74; S. Caprioli, Codice civile. Struttura e vicende, 2008, p. 180.