#dentisrarebooks
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Novara, Tip. Cattaneo, [1930]. In-16° (17 cm x 12 cm). Pp. 237, (1). Solida brossura editoriale verde a stampa, titolo in blu. Esemplare fresco e genuino in stato di conservazione molto buono.
Prima edizione assai rara (solo 3 esemplari censiti nelle biblioteche italiane), uno dei ricettari classici, composto nello stile dell’ Artusi, che curiosamente prevede anche l’ uso della cipolla nell’ amatriciana. Con l’ avvento del Fascismo e le origini romagnole del Duce, troviamo, nei ricettari d’ ordinanza come questo, chiari riferimenti alla cucina romagnola come i cappelletti alla romagnola e il risotto alla Predappio. La formazione di un “gusto italiano” vproviene da un’ azione di livellamento in cui la cucina borghese fa da “referente alto” mentre il suo corrispondente “basso” è costituito dal rancio, dalle mense operaie, dalla refezione delle scuole e delle colonie, dalla cucina degli ospedali. Non è solo la guerra a imporre il medesimo cibo per i soldati e i civili, ma è un progetto di società centralizzato e collettivamente gestito da poteri pubblici e privati. La forza persuasiva del regime rende possibili a tutti, come con il caffè e lo zucchero, i consumi della borghesia cittadina. Non stupisce affatto quindi trovare nel Cuciniere militare del maresciallo maggiore D. Furnari, ampie e fedeli tracce del modello artusiano, ormai imprescindibile punto di riferimento della cultura gastronomica italiana, e dei ricettari di primo ‘900: pochissime spezie, parsimonia nel sale, moderato tenore di grassi. La salsa piccante calda da servire col lesso, prevede 1 litro d’ aceto e appena 10 gr. di pepe per 100 uomini. Qui è l’ aceto, non il pepe, a essere sinonimo di piccante. Per il grasso, lardo e olio, Fornari raccomanda la parsimonia e ricorda che “nelle cucine di lusso, i cuochi sgrassano completamente i sughi e le salse una prima volta prima di bagnarle, ed una seconda volta prima di mandarle in tavola”. Curiosa la parte finale dedicata all’ utilizzo della cucina a fi i medicali, si consigliano ricette per il mal di stomaco, il mal di testa, singhiozzo, ubriachezza, indigestione, avvelenamenti di vario tipo, funghi velenosi, scottature, ferite, etc. etc.
Bibliografia: L.Cesari, The Discovery of Pasta A History in Ten Dishes, 20213, p. 152; M.Montanari-A.Capatti, La cucina italiana Storia di una cultura, 2011, p. 95; D.Garvin, Feeding Fascism. The Politics of Women's Food Work, 2022, p. 28; C.Helstosky, Garlic and Oil: Politics and Food in Italy, 2004, p. 183; NUC Pre-1956, vol. 178; p. 202; S.Simonetti, Fame di guer,ra, La cucina del poco e del senza, 2019, p. 164.