In Nizza, Appresso Gabriele Floteront, si vendono in Torino : presso Guibert, ed Orgeas libraj sotto li portici di Piazza Castello, 1770. 2 voll. in-8° (19 cm x 12 cm). Pp. (10),,  LIV, 1 C.B., 263, (1); 4, 352. Con 4 grandi tavole più volte ripiegate raffiguranti strumenti chirurgici in fine del 1° vol. Segnatura; [p]6, a-c8, d4(d4 bianca) A-Q8 R4(R4 bianca); [p]2, A-Y8. Legatura coeva in piena pergamena rigida, autore e titolo su tassello sul dorso. Una piccola firma di possesso all’ angolo inferriore interno dei frontespizi. Qualche rara ed insignificante fioritura, peraltro esemplare in stato di conservazione molto buono.

Poco comune edizione nizzarda di questo importante trattato di chirurgia del torinese Ambrogio Bertrandi. Dopo la dedicatoria, l' A. procede a parlare della nascita e dell' importanza della chirurgia esortando i giovani a formarsi con gli studi e coll' esperienza e a mantenere sempre un comportamento corretto durante l' attività professionale. Descritti con abbondanza di particolari gli atti compiuti dal chirurgo e dal suo assistente oltre alla strumentazione più idonea per affrontare gli interventi chirurgici più vari; In quest’ opera, che fu la sua principale, descrisse: la sutura delle ferite, il trattamento postoperatorio dei malati, gli elementi da vagliare per il giudizio prognostico, correzioni di ernie, paracentesi dell' addome, operazioni di ostetricia, ginecologia come il parto cesareo, castrazione, rimozione dei tumori, terapia degli aneurismi, interventi epatici, cateterismo vescicale, estrazione di calcoli della vescica, cura dell' idrocele, cura delle fimosi, delle fistole etc.

Il Bertrandi (Torino, 1723-ivi, 1765), fra i più stimati medici ed anatomisti italiani del tempo, fu professore di anatomia e chirurgia nell’ Università di Torino; nel 1752 si recò a Parigi, dove conobbe, tra gli altri, Antoine Louis, George L. Leclerc de Buffon e Jacob B. Winslow, potendo acquisire una vasta esperienza anatomica e chirurgica. Presentò inoltre nel 1754 all’ Academie Royale di Parigi due suoi importanti studi sull’ idrocele e sugli ascessi epatici: “De hydrocele e De hepatis ascessibus”, ottenendo unanimi riconoscimenti e il titolo di socio straniero dell’ accademia. Nel 1758, divenne professore di chirurgia pratica e medico del S.M. il re di Sardegna, “primo chirurgo del re”. Disegnò anche il progetto di un teatro anatomico, che fu poi costruito nell’ ospedale di S. Giovanni, e suggerì a Carlo Emanuele III l’ idea di istituire una scuola veterinaria e una scuola per levatrici.

Bibliografia: Blake, p. 45; Brutti, Biblioteca Medica, 2022, n° 27; Hirsch I, 508-509; Leonardo, History of surgery, 203.; National Library of Medicine, p. 45; Pazzini, Biobibliografia della storia della chirurgia, 163. Manca al Cushing e al Waller.