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La Libreria Antiquaria Dentis di Torino è molto più di una semplice libreria. È uno scrigno di tesori collezionati con passione e competenza, un punto d'incontro tra il mondo dei libri antichi, l'arte e le stravaganti meraviglie del passato, una Wunderkammer contemporanea dove manufatti provenienti da tutto il mondo convivono in un'armonia sorprendente.
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Lugduni, 1603 [al colophon: Altdorf, Christoph Lochner & Johannes Hofmann, 1590].
In 8° (14,8 cm x 9,9 cm). Pp. 1 c.b., (14), 266, (6), 1 c.b. Segnatura: A-S8. Solida legatura seicentesca in piena pelle marrone, grandi armi dorate al centro di entrambi i piatti del "College des Grassins" ed il motto "Lilium inter Spinas" (un lis au milieu des épines). Carattere greco, latino e romano. Ex libris nobiliare applicato al contropiatto anteriore "Gonzague De Marliave". Annotazione ex praemio datata 1737 al verso della prima carta bianca. Illustrazioni xilografate nel testo. Esemplare in bella legatura d' epoca in ottimo stato di conservazione.
Rara edizione di questo trattato sui fenomeni celesti dovuto a Geminus (Gemino di Rodi ?), astronomo e matematico greco vissuto nel I secolo a.C. Poiché cita Posidonio ed è citato da Alessandro d'Afrodisia, si può essere certi che sia vissuto tra il I secolo a.C. ed il II secolo d.C. Gli studiosi, sulla base di vari elementi, sono generalmente d'accordo nel situare la sua attività nel I secolo a.C., ma non si è raggiunto l'accordo su una datazione più precisa. È in genere considerato un filosofo stoico seguace di Posidonio e forse suo allievo diretto. In questo suo studio astronomico vi sono trattati soprattutto argomenti di geografia astronomica, come le stagioni, la durata variabile del giorno e il calendario. L'esposizione è elementare ed evita l'uso di strumenti matematici complessi. Essa contiene tuttavia qualche utile informazione sull'astronomia pre-tolemaica. Ad esempio quando Gemino descrive la sfera delle stelle fisse chiarisce che si tratta solo di un utile modello geometrico, in quanto le stelle in realtà sono a distanza variabile e non giacciono su una superficie sferica. La traduzione latina è stata eseguita dal classicista tedesco Edo-Hildericus (Hildericus von Varel; Hilderich, Hildebrand).
Bibliografia: Geminu eisagoge eis ta phainomena = Gemini elementa astronomiae / ad codicum fidem rec., Germanica interpretatione et commentariis instruxit Carolus Manitius. Ed. stereotypa ed. anni 1898. Stutgardiae [Stuttgart], Teubner, 1974: Germaine Aujac (éd.), Géminos, Introduction aux phénomènes, Parigi, Les Belles Lettres, 1976, Coll. des Universités de France (Série grecque, n°239); James Evans, J. Lennart Berggren, Geminos's Introduction to the Phenomena: A Translation and Study of a Hellenistic Survey of Astronomy, Princeton, Princeton University Press, 2006.
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